La cucina di Milano arriva a Roma.
Nella cornice elegante della Galleria Alberto Sordi, simbolo dell’architettura liberty nel cuore di Roma, fa il suo debutto Stendhal Milano, uno dei luoghi iconici della gastronomia meneghina.
Questo ristorante, già conosciuto a Milano per l’eleganza e la qualità dei suoi piatti, si inserisce nel panorama romano portando con sé la tradizione culinaria milanese, reinterpretata con un tocco contemporaneo. Una sfida importante per lo chef Edoardo Ferrera, che ha saputo trasportare l’anima di Milano nel cuore della capitale, in una location prestigiosa e suggestiva.
Un punto d’incontro tra Milano e Roma: location e concept
La nuova apertura segna il matrimonio tra due grandi città italiane, entrambe rappresentative di stili di vita e culture gastronomiche uniche.
Stendhal Milano ha scelto una location d’eccezione per il suo arrivo a Roma: la Galleria Alberto Sordi, situata in Piazza Colonna, nel cuore della città, a pochi passi dalla Fontana di Trevi e Palazzo Chigi. Inaugurata nel 1922, questa galleria è uno dei punti di riferimento dello shopping e del tempo libero a Roma, ospitando marchi come Uniqlo e la pasticceria di Iginio Massari.
“Portare un po’ di Milano nel cuore di Roma è una vera sfida.Stendhal Milano vuole essere non solo un flagship della cultura gastronomica meneghinamoderna, ma in generale un posto dove stare bene in ogni momento della giornata, e per fare questo non c’è niente di meglio del grande ‘salotto’ della Galleria Alberto Sordi”
racconta Marcello Forti, proprietario e founder di Stendhal Milano (oltre che di Osteria Brera).
All’interno di questo scenario raffinato, il ristorante Stendhal Milano si sviluppa su due piani, con un design firmato dallo studio Vudafieri Saverino Partners. Un vero e proprio inno alla raffinata milanesità degli anni ’80 e ’90, resa contemporanea dagli architetti Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri che hanno dato forma a un locale raffinato, ma informale.
L’arredamento, caratterizzato da materiali pregiati come il marmo e gli inserti in ottone, ricrea un’atmosfera accogliente e di classe.
Appena entrati, si viene subito colpiti dal Pantone verde Stendhal, colore simbolo del locale, che contrasta con l’eleganza del bancone scenografico e la bottigliera alle spalle. Il piano terra ospita circa 25 coperti, mentre al piano superiore, davanti alla cucina a vista, vi sono altri 22 posti. Un bancone esclusivo permette anche di vivere l’esperienza unica di cenare osservando gli chef all’opera.
Il menu: Milano nel piatto, con omaggi a Roma
Stendhal Milano porta con sé i piatti che l’hanno reso celebre a Brera, rispettando la tradizione culinaria meneghina. Tra i protagonisti assoluti del menu troviamo il risotto giallo Milanese realizzato con Carnaroli Riserva San Massimo, un piatto simbolo che rappresenta l’essenza della cucina lombarda.
Altro must è la cotoletta alla milanese di vitello alta, servita anche in una curiosa versione finger food, tagliata a cubetti perfetti per essere condivisa durante l’aperitivo.
Non mancano le specialità che rendono omaggio alla capitale: supplì alla milanese con riso giallo e ossobuco, una collaborazione con lo chef Arcangelo Dandini di Supplizio, una proposta che simboleggia il dialogo tra le due città.
In carta anche i classici romani come i tonnarelli cacio e pepe, la carbonara e lo gnocco all’amatriciana con pecorino affumicato, arricchiti dalla collaborazione con l’Antico Forno Roscioli, che fornisce pane caldo accompagnato da burri aromatizzati e olio extravergine.
Tra le proposte di carne spiccano il vitello tonnato ‘Stendhal mood’ e i mondeghili, le classiche polpette milanesi preparate con vitello e mortadella. Per chi preferisce il pesce, c’è lo spaghetto affumicato Verrigni con vongole pavarazze, un tocco di mare che arricchisce il menu.
Innovazione e street food: la contaminazione meneghina-romana
Un altro elemento distintivo di Stendhal Milano è la sua capacità di innovare mantenendo salde le radici della tradizione.
Il locale propone un’interessante selezione di street food romano, nata dalla collaborazione con Dandini, come i supplì al pomodoro e basilico e quelli all’amatriciana. La novità più intrigante è come detto il supplì meneghino, realizzato con riso giallo e ossobuco, un chiaro esempio di come le due città si fondano in un’unica proposta culinaria.
Accanto a queste pietanze iconiche, il ristorante offre anche soluzioni più leggere e veloci per il pranzo o l’aperitivo, come l’hamburger e il lobster roll. In ogni momento della giornata, si può vivere l’esperienza Stendhal, grazie anche alle numerose opzioni vegetariane e alla cura per ogni dettaglio del servizio.
Un viaggio attraverso sapori e cocktail: i percorsi degustazione
Per chi desidera un’esperienza più completa, Stendhal Milano propone anche menu degustazione con cocktail pairing, abbinando i piatti iconici del locale con drink selezionati.
Ad esempio, i fiori di zucca ripieni di ricotta e pesto alla genovese vengono accompagnati dal Gin Rosa versione Galleria, mentre il risotto giallo si sposa perfettamente con un Vermouth allo zafferano. Non manca il celebre Negroni Sbagliato, proposto in abbinamento alla cotoletta alla milanese. Il pasto si conclude con la Tarte Tatin Stendhal, accostata a un Gewürztraminer Passito.
La carta dei vini è altrettanto curata, con circa 150 etichette prevalentemente italiane, affiancate da una selezione di bollicine francesi. La drinklist è un mix di grandi classici e cocktail originali creati da Valeria Bassetti, che esprime al meglio lo spirito elegante e innovativo del locale.
Lo chef Edoardo Ferrera: una carriera tra tradizione e innovazione
A capo della cucina di Stendhal Milano c’è lo chef Edoardo Ferrera, genovese di nascita ma con una lunga esperienza internazionale.
Ferrera inizia la sua carriera a bordo della nave Amerigo Vespucci, per poi approdare a New York presso il rinomato ristorante Le Cirque. Negli anni, ha affinato le sue competenze collaborando con alcuni dei più grandi nomi della gastronomia mondiale, come Gualtiero Marchesi e Alain Chapel.
La sua filosofia in cucina è un equilibrio tra tradizione e innovazione, con una grande attenzione alla qualità delle materie prime. In questa nuova avventura romana, Ferrera è affiancato da Michael Layton, chef di cucina e suo braccio destro, con cui condivide la passione per la gastronomia d’eccellenza.
Una curiosità: Roma Vs Milano
Sono molti i ristoranti di cucina romana a Milano (ne abbiamo parlato QUI e aggiorniamo di continuo l’elenco).
Non soltanto di osterie stereotipate con tovaglie a quadretti, ma anche food truck e localini molto più easy che hanno sdoganato supplì, tranci di pizza bianca e saltimbocca! Alcune sono imprese ‘native’, altre seconde sedi o gemelli di insegne esistenti nella Capitale. Dal primo Giulio Pane e Ojo, attivo dal 1999, alla recente e dibattuta apertura di Max Mariola — che ha ‘snobbato’ la sua città per iniziare direttamente in Lombardia — passando per i consolidati Cacio&Pepe, Velavevodetto, Ba’Ghetto e Felice a Testaccio. Anche fuori Milano, tra cui a Lissone la seconda sede di Du’ Cesari (la prima non è nella capitale bensì a Torino).
Per contro, a Roma, risotti e cotolette non si trovano in misura così diffusa….qualche ristorante con piatti milanesi, ma nulla di se non in qualche interpretazione troppo poco originale (se ci sono rettifich da fare a questo commento siamo aperti a correzioni e nuove valutazioni!).
Il motivo? Se ne potrebbero trovare molti, ci piace semplicemente pensare che si tratti di accessibilità, sia dal punto di vista gastronomico che tecnico: una carbonara, una cacio e pepe o un saltimbocca, mettono d’accordo tutti e sono più semplici e convenienti rispetto a un risotto giallo o a un ossobuco in gremolata!
In ogni caso le nuove avventure piacciono sempre e l’arrivo di Stendhal Milano porta una ventata di aria milanese (senza nebbia dai!) nella capitale, che vedremo come reagisce al risotto alla milanese, all’ossobuco e ai mondeghili!
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