Ristoratori e bar: un minuto di silenzio!

Siamo vicini alla categoria degli chef, dei ristoratori, pizzaioli e tutti coloro che lavorano nella ristorazione, perchè è anche il nostro mondo.

Ora diventa difficile continare a chiedere loro di raccontare pensieri e progetti…

Da marzo ad oggi tante attività, tante raccolte di testimonianze.

Dalle dirette social, alle interviste live; dai racconti di ristoratori, alle denunce di chef arrabbiati; dallo sfogo di cuochi ai consigli di imprenditori con idee innovative.

Siamo partiti nel periodo di lockdown con le dirette, per tenere compagnia agli chef, a chi ci segue e anche a noi stessi, che con questo mondo e in questo mondo viviamo. Un periodo a suo modo “felice”, di bei racconti, belle storie, anche alcune lodevoli iniziative.

Siamo scesi in piazza, siamo andati a trovare gli chef, per raccontare quello che, nonostante il periodo di chiusura, stavano realizzando.   Siamo arrivati al periodo estivo con una certa ripresa, un desiderio di tutti di far ripartire l’Italia, anche con un turismo assolutamente ITALIANO. Con l’inizio del periodo lavorativo/scolastico sono iniziati i nuovi “deliranti” decreti da parte dello stato, prima con il coprifuoco serale, poi con la chiusura delle 18 delle attività ristorative (con grandissimo danno economico e morale). Abbiamo voluto conoscere il parere di alcuni di loro e poi abbiamo voluto raccontare alcune iniziative particolari, dalla cena all’alba al regalare i pasti invenduti, e poi i menu delivery studiati per Halloween… E poi, e poi…e poi è arrivato lui, dulcis in fundo, il decreto tricolore, ma con tonalità sbagliate: rossa, arancione e gialla. E per chi è finito, o meglio “capitato”, visto i criteri e i dati scalcagnati con cui sono state fatte le analisi, in zona rossa, si prospetta un mese di totale chiusura. Si, certo, è attivo il delivery e di sicuro molti faranno numeri incredibili (e ne stiamo parlando, raccogliendo menu, attività, costi). Qualcuno addirittura ha scoperto che con questa attività, se ben strutturata, si riesce ad incassare ancora di più (e molto di più) che con la classica ristorazione al tavolo. Va bene, va bene tutto!

Ma uno chef che apre un ristorante forse ha il desiderio di continuare a servire i suoi clienti al tavolo. Così come i suoi clienti, gli appassionati di cibo, cucina e convivialità, hanno desiderio di stare intorno ad una tavola, scegliere dal menù quello che desiderano e farsi consigliare dallo chef, dal maitre, da chi per essi l’abbinamento più idoneo.

C’è poi chi come noi, anche quando non è a tavola per lavoro, adora, oltre a tutto questo, fare una capatina in cucina (quando e se possibile)  per fare due chiacchiere con la brigata, scoprire dal dentro chi e perchè muove quella splendida macchina chiamata ristorante. Insomma c’è un mondo di attività, di scelte, di gusti.

C’è un mondo di persone che MAI E POI MAI può rientrare in una classifica di attività inutili o non indispensabili.

Anche perchè, scusate, quali attività al giorno d’oggi possono ritenersi tali? O non ritenersi tali? Noi abbiamo raccolto testimonianze, idee, anche creative, consigli e lamentele. E continueremo a farlo, e non solo perchè è il nostro lavoro.

Ma perchè abbiamo deciso che in questo siamo INDISPENSABILI.

Ce lo diciamo da soli, anche perchè se aspettiamo il governo non verremo certo considerati tali, e nemmeno forse ci interessa esserlo.

Questo, dal titolo “un minuto di silenzio” si è rivelato invece uno sfogo chiassoso.

E se necessario continueremo a CHIASSARE. Al suono di #iostoconiristoratori.

E anche #iostoconlitalia.

Con un’ Italia bella, produttiva, quella che ha voglia di costruire e fare.

E che non aspetta un decreto per poter stare a casa a prendere uno stipendio non dovuto o che fa numeri da circo per poter avere un reddito di cittadinanza che insegna solo ad atrofizzare i pochi neuroni.

Quelli che a volte basterebbero per attivare un’idea imprenditoriale, se solo uno ne capisse la bellezza.

Ecco, ora può partire il minuto di silenzio, per i nostri amici chef, ristoratori e affini.

Solo un minuto, non di più. Anche perchè, conoscendoli, in questo tempo avranno già ideato una novità per reagire e per costruire qualcosa di nuovo.

E allora se hai letto fino a qui, e hai un’idea su come reagire, raccontacelo…

noi lo URLEREMO al mondo!

 

Vi stimiamo.

Nadia e tutte le Storiedicibo.