A La Porta di Bologna cena a 4 mani per Ristoranti contro la Fame.
Gli Chef Massimiliano Mascia da Imola e Roberto Valbuzzi da Malnate (VA), con l’executive Pasquale D’Aniello.
Una cena a quattro mani con gli chef Massimiliano Mascia, due stelle Michelin, del ristorante San Domenico di Imola, e lo chef Roberto Valbuzzi, del ristorante Crotto Valtellina di Malnate (Varese), al ristorante La Porta di Bologna.
Una cena per dare il via a Ristoranti contro la fame, la più grande campagna solidale della ristorazione in Italia giunta alla nona edizione, promossa dalla Fondazione Azione contro la Fame, che coinvolge ristoranti, chef e amanti del cibo.
“Nutriamo la solidarietà” è il tema della campagna 2023, uno slogan che racchiude il connubio tra buon cibo e solidarietà pronto a diffondersi su tutto il territorio nazionale.
Da lunedì 16 ottobre, e fino a fine anno, chef e ristoratori aderenti alla campagna invitano i propri clienti a scegliere un piatto o un menu solidale attraverso cui donare 2 euro, 50 centesimi per una “pizza solidale” e altrettanti per una bottiglia d’acqua.
Allo stesso modo, i ristoranti possono scegliere di supportare l’evento con una serata speciale, destinando ad Azione contro la Fame parte del ricavato. È l’occasione per godere del piacere di un pranzo o di una cena contribuendo
all’impegno per liberare il mondo dalla fame, coniugando buon cibo e solidarietà.
Ed ecco che tra le serate di lancio di questo anno, si è distinta per piacevolezza, gusto e location, la cena a Bologna, al ristorante La Porta, nella zona fieristica del capoluogo emiliano, in prossimità di Porta Europa, la tredicesima porta all’ombra delle due torri.
Un management del locale che crede fortemente nella multiculturalità e nell’unione di usanze diverse come mezzo per raggiungere una maggiore completezza sia in cucina che in sala.
Uno staff composto pertanto da giovani professionisti provenienti da ogni angolo d’Italia e del mondo: ogni regione italiana trova rappresentanza presso La Porta Restaurant, una storia di integrazione ed inclusione che racconta gli ideali perseguiti dal locale.
Una cucina tradizionale, con un immancabile tocco gourmet, che è al centro dell’offerta, così come la ricerca sul territorio delle materie prime adatte ad ogni piatto e il conseguente studio delle peculiarità e degli accostamenti fra ingredienti.
Matrimonio perfetto tra alta ristorazione e solidarietà, in una cena che in realtà è stata a sei mani, due chef ospiti e uno chef di casa.
Da applausi, già dalla lettura del menu, all’assaggio poi abbiamo inserito anche il minuto di silenzio!
Iniziamo dai protagonisti:
- lo chef padrone di casa, Pasquale D’Aniello, classe 1989 nativo di Napoli dove si forma con grandi maestri della cucina, per poi arrivare a Bologna, dove porta avanti una cucina che parla molto della sua terra di origine e sperimenta nuovi sapori, centrandosi sempr sulla sostenibilità;
- Massimiliano Mascia, noto per le sue due stelle Michelin al San Domenico di Imola, dove dal 2010 è alle redini della cucina. Classe 1983, ha alle spalle una formazione di tutto rispetto: da Michael White a New York, alla Bastide Saint Antoine a Grasse dallo chef Jacques Chibois fino a Parigi, al Plaza Athénée di Alain Ducasse, e in Italia da Nino Graziano a Mulinazzo, a Viareggio da Romano e da Vissani.
- Roberto Valbuzzi del ristorante Crotto Valtellina di Malnate (Varese), classe 1989 è “figlio d’arte”, arriva da una famiglia di ristoratori, mentre i nonni gestiscono una grande fattoria a Mornago, che lo portano ad appassionarsi alla cucina e ai prodotti della terra. Frequenta l’Istituto Alberghiero e dopo diverse esperienze lavorative in Italia e all’estero, si dedica all’attività di famiglia, il ristorante Crotto Valtellina, di cui diventa executive chef, mentre si dedica anche alla carriera televisiva
Un aperitivo in terrazza ha dato il via alla serata, con i sapori della Mortadella Opera, un prodotto premiato con Tre Fette del Gambero Rosso, di una focaccia preparata con la Patata di Bologna Dop, il tutto accompagnato dallo Spumante Brut Rosé Metodo Classico della Cantina della Volta .
La cena placée si è aperta con il “Sottobosco” dello chef Roberto Valbuzzi, abbinato alla Vernaccia di San Gimignano Fiore di Tenuta Montenidoli.
Una variazione di porcini in diverse consistenze: porcino cotto alla brace, crumble salato ai funghi, fondo fermentato ai porcini e cialda di lievito madre.
“Un racconto di porcini, finferli e prataioli.
Una crema di funghi alla base molto tirata e molto densa che va ad ospitare un porcino cotto alla brace intero. Quindi una cottura molto lenta, con una nappatura con malto liquido, per unire al piatto italiano una nota orientale. Una sorta di salsa teriaki che viene spennellata per tutto il tempo della cottura per dare questa sensazione di dolcezza molto interessante, maltata, zuccherina al porcino stesso.
Per il crumble si ha una polvere di porcini essicati, erbe spontanee come silene, nasturzio, tarassaco, utilizzato per regalare la sensazione boschiva, e latticcello che fornisce una nota fermentata fresca. Completa il piatto una cialda al lievito mais”.
Avvolgente, autunnale, in un mix di consistente capaci di regalare i profumi e i sapori della natura in un immaginario percorso a piedi nei boschi.
Il primo piatto è stato preparato dallo chef di casa, Pasquale D’Aniello, che ha servito un delizioso Tortellone di patata di Bologna Dop e zucca, accompagnato da demi-glace di verdure e tartufo, abbinato al Pinot Nero Meczan di J. Hofstätter.
Delicato, sostanzioso, un ripieno goloso e una demi-glace di verdure saporita, che va a bilanciarsi completamente con il tartufo nero. Un piatto dalla rotondità evidente, equilibrato, buono!
Per il secondo piatto è salito in cattedra Massimiliano Mascia, che ha presentato una Guancia di vitello brasata, incredibilmente tenera, servita con purea di sedano rapa al burro nocciola e abbinata al vino Nero di Predappio della cantina Nicolucci.
Tanto delicata da essere servita solo con forchetta e cucchiaio per la salsa da non lasciare nel piatto, il coltello non c’era sulla tavola, e non era assolutamente necessario!
Il dessert è stato preparato da Valbuzzi, che ha creato un’opera d’arte culinaria chiamata “Fichi, gorgonzola e cioccolato” un cremoso ai tre cioccolati, bavarese allo zola, tartare marinata e gel di fico, servito con Albana Passito Ballanzone della Tenuta Villa Poggiolo.
Una base di noci croccante con un crumble molto interessante che va a raccogliere una bavarese al gorgonzola, una granita al fico una tartare di fichi, una salsa al fico nocino. Si chiude poi con i tre cremosi, rispettivamente cioccolato fondente, cioccolato al latte e cioccolato bianco, per dare una aromaticità molto intensa.
Tutti i vini sono stati accuratamente selezionati dal sommelier Andrea Zambelli.
Questa cena eccezionale non solo ha offerto un’esperienza gastronomica straordinaria ma ha anche contribuito all’impegno di Azione contro la Fame nel suo scopo di “liberare il mondo dalla fame”.
Un incontro memorabile tra alta cucina e solidarietà a vantaggio di chi ne ha bisogno.
Per essere informati su tutte le prossime cene ed eventi solidali, consultare il sito di Ristoranti contro La Fame.
=> Guarda il reel della serata QUI
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