Kaiseki inaugura in Paolo Sarpi 5.
Apre a Milano il ristorante giapponese che trasforma i piatti della tradizione locale.
Prendi i piatti della tradizione milanese e trasformali in piatti di sushi, unisci tecniche eingredienti giapponesi a ricette e materie prime della tradizione meneghina e lombrada.
Ecco che si fa strada l’idea di Kaiseki, dove ossobuco, cotoletta, cassoeula e risotti diventano parte di una cucina orientale.
Accade a Milano, in via Paolo Sarpi 5, dove ha aperto battenti Kaiseki, un ristorante che propone una formula di all you can eat ricercata e stravagante, tra cui proprio la selezione “Gran Milan”.
Si tratta di sette piatti che omaggiano la città e i suoi quartieri contaminando con una brezza giapponese, delicata e decisa allo stesso tempo, le icone della gastronomia locale.
A queste si uniscono anche delizie al calice, come il Kaiseki Mule, signature drink estivo e rinfrescante con gin, Midori a base di melone Yūbari, ginger beer, sour e soda.
Il locale, già presente in alcune cittadine alle porte del capoluogo e a Napoli, ha di norma l’intero menu ispirato alle città di Kyoto e Tokyo: della prima viene proposto il volto tradizionale e autentico, della seconda l’anima vibrante, internazionale e dinamica sempre volta alla sperimentazione.
Con l’apertura milanese nasce la proposta Gran Milan:
- “Hosomaki in Isola” e “Big City Life”, due maki al ragù di luganega e porri, uno con gorgonzola e ravanelli all’aceto di riso per equilibrare i sapori con una nota acida, l’altro con uova di salmone, salsa teriyaki ed erba cipollina;
- “Un salto all’Arco”, crocchette di riso allo zafferano al salto con cassoeula e mostarda di frutta;
- “Unagi in Darsena”, una interpretazione esotiche di tradizioni padane legate all’anguilla, un chirashi leggermente piccante di lenticchie con il caratteristico pesce d’acqua dolce flambato e foglia di barbabietola,
- “Tokyo a Nolo”, unagi in carpione giapponese con aceti di riso e verdure saltate allo zenzero;
- “Involtino Moscova” con foglia di riso, ripieno di cotoletta di vitello e accompagnato da una salsa agropiccante;
- “Il Maki di Porta Romana”, un uramaki in foglia di cavolo cinese con ossobuco di vitello, gremolada e quartirolo sbriciolato e caramellato.
Provocazione o omaggio alla città?
Risponde deciso Lingjie Wei, 28 anni, titolare di Kaiseki:
“Il nostro vuole essere un vero e proprio omaggio non solo alla città di Milano, ma anche e soprattutto a due popoli, quello giapponese e quello italiano, che hanno in comune un aspetto per noi fondamentale: la capacità di far
convivere l’attaccamento alle antiche e numerose tradizioni culinarie legate ai territori e la curiosità di
stimolare palato e fantasia contaminando culture gastronomiche lontane”.
E accanto ai sapori milanesi, l’arredamento resta attaccato al gusto giapponese, in un’atmosfera complessiva a cavallo tra tradizione e modernità nipponiche.
Quando il rispetto del paese che ospita diventa parte integrante del menu di un ristornate.
E sarà decisamente divertente consigliare questo luogo come putno di riferiemnto di alcuni piatti della cultura lombarda…l’integrazione si fa strada sempre di più!
E noi ne siamo felici, e golosi!
Kaiseki Via Paolo Sarpi 5, Milano
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