Cantina Primo Re, il vino salentino alla conquista del successo! Un’intervista.
Incontro la Cantina Primo Re in un modo tutto particolare per questo settore (dove vale la degustazione, la bottiglia e il profumo del vino), una modalità che dà ragione ai fans del marketing on line (tra cui mi annovero anche io!):
ci siamo conosciuti su twitter, io seguivo la loro produzione, loro seguivano il mio profilo “food” e dalla conoscenza è nata la mia curiosità di intervistare questa giovanissima cantina tutta puntata alla qualità di vini doc della loro terra salentina.
Natalia, 36 anni, una laurea in veterinaria, esperta in comunicazione, socia in una piccola agenzia di comunicazione con altre due persone, dove lei segue lo sviluppo web, il digital marketing e il social media marketing.
Nicola, 31 anni, una doppia laurea in Enologia (Laurea triennale in Enologia e Viticoltura a Firenze, e Laurea specialistica in Scienze Viticole ed Enologiche a Torino), ha sempre lavorato esclusivamente nel settore del vino, in diverse cantine e con differenti ruoli in Italia, Argentina, Inghilterra e Romania.
Una coppia, sia nella vita privata che in quella professionale. Si sono conosciuti in Argentina, nel 2010, quando lui lavorava in una cantina locale, dopo la sua laurea in Enologia. Dopo qualche anno sono rientrati in Italia, si sono sposati e hanno dato il via al loro sogno: aprire una piccola cantina nelle loro terre, per produrre i vini del Salento.
Le premesse mi sono sembrate subito interessanti, sia per la loro cultura internazionale che per il loro desiderio di lavorare un prodotto tipico della nostra Italia e di avviare una loro attività; non per nulla adoro le start up, se poi in ambito enogastronomico ancora meglio 😉
E così ho deciso di intervistarli! Ho rivolto alcune domande a Natalia, che in quanto esperta di comunicazione detiene (giustamente!) il ruolo di PR dell’azienda!
D: Natalia, la vostra storia mi sembra una favola! Vi conoscete all’estero, decidete di tornare in Italia, vi sposate e avviate la vostra cantina. Qualcuno direbbe “troppo bello per essere vero”!
R: In realtà l’inizio non è stato tutto rosa e fiori! Quando siamo tornati in Italia, ci siamo sposati e abbiamo vissuto quasi due anni in Salento dove avevamo l’intenzione di aprire una piccola cantina ma, vista l’intensa crisi economica, abbiamo deciso invece di lasciare nuovamente l’Italia e cercare altre opportunità in Europa.
Siamo stati fuori dall’Italia altri quattro anni, alternando attività di volontariato con lavori retribuiti in cantine nel Regno Unito, Argentina, Francia e finalmente in Romania. In quest’ultimo Paese, Nicola ha svolto un ruolo come Enologo principale in una cantina condotta da un noto consulente francese. Siamo riusciti a mettere da parte i risparmi necessari per incominciare il nostro progetto di cantina in Salento e, appena ci è stato possibile, siamo rientrati e abbiamo elaborato il nostro primo vino, che per noi rappresenta la terra salentina ma anche le nostre avventure ed esperienze di vita.
Nello specifico siamo rientrati in Italia definitivamente lo scorso giugno, ma durante il 2015 abbiamo viaggiato più volte tra estero e Italia per elaborare questo nostro primo vino, che lanceremo effettivamente a marzo-aprile 2017:
sono due vini, un Negroamaro Salento IGP 2015 e un Primitivo Salento IGP 2015.
D: Natalia, quindi avete pensato al vino, fatto le prove ed ora siete pronti a produrlo: davvero tutto così semplice?!
R: No, assolutamente no! Da giugno-luglio di questo anno (2016) abbiamo incominciato con tutte le pratiche burocratiche, ma il vino che venderemo l’anno prossimo è stato elaborato nella vendemmia 2015. In Italia ci siamo trovati con tutte le difficoltà burocratiche che ci aspettavamo e anche alcune in più.
Pensavamo di partire già con i vini ad agosto 2016, e invece per diversi motivi dobbiamo aspettare fino a marzo-aprile 2017. Diciamo che, conoscendo l’Italia, non pensavamo che aprire un’azienda fosse stato né facile né veloce, però di sicuro abbiamo sottovalutato alcuni ostacoli! Abbiamo comunque deciso di “resistere”, poiché è stata la nostra scommessa rientrare in Salento e quindi andremo avanti!
D: Spiegami meglio il vostro percorso: quando siete tornati in Italia con l’idea di avviare la vostra cantina, cosa avete fatto? Avete rilevato una cantina di famiglia? E con quali investimenti?
R: Abbiamo preso la conduzione dei vigneti di famiglia, circa 8 ettari in produzione da oltre 20 anni. La nostra famiglia non ha una cantina né produce vino, la maggior parte dei viticoltori della zona semplicemente vende l’uva a cantine e cooperative.
Noi quindi dobbiamo costruire una cantina vera e propria, per la quale utilizzeremo un vecchio immobile di proprietà, che era stato adibito alla produzione di vino negli anni ’70, ma che dobbiamo ristrutturare; a tale fine pensiamo di richiedere finanziamenti nel futuro.
Per il momento però ci appoggiamo in una cantina amica dove elaboriamo le nostre uve e i nostri vini (è una produzione conto terzi, praticamente è come se affittassimo il posto per elaborare le nostre uve, produrre il nostro vino ed imbottigliarlo), e per la prima produzione di sicuro è la scelta migliore, ci permette di valutare al meglio i risultati senza per forza imbarcarci in investimenti e costi fissi, e intanto appunto valutiamo la possibilità di accedere a finanziamenti o altro, per iniziare i lavori di ristrutturazione.
Ci tengo a sottolineare che per ora abbiamo avviato la riconversione biologica di tutte le nostre terre – compresi uliveti ed altri terreni agricoli – perché aderiamo fortemente alla filosofia di un’agricoltura sostenibile, etica e salutare.
D: Nicola a quanto hai spiegato è un grande esperto di vini, tu invece segui maggiormente l’aspetto di comunicazione. Serve formazione continua in questo settore?
R: Nicola in effetti oltre agli studi specifici, ha sempre lavorato in questo settore. Peraltro è figlio di viticoltori da oltre cinque generazioni, anche se questa sarà la prima volta che quei terreni verranno utilizzati per produrre vino con un obiettivo commerciale, e non soltanto per vendere l’uva.
Io invece non sono esperta in vino ma data la mia esperienza professionale nell’ambito della comunicazione, mi occupo prevalentemente di questo aspetto. Per quanto riguarda la mia formazione” nell’ambito del vino, mi sono più che sufficienti le centinaia di ore di discussione con mio marito Nicola sull’argomento! Scherzi a parte l’anno prossimo sto pianificando di partecipare al corso “WSET Livello 2 in Vini & Liquori”, soprattutto per migliorare la mia capacità di comunicazione nel linguaggio enologico.
D: Natalia, che obiettivi di crescita avete, in termini di tipi di vino e di produzione di bottiglie? E volete puntare al mercato italiano o anche estero?
R: Partiamo con 5.000 bottiglie a marzo-aprile 2017; la prima produzione, quella del 2015, è una produzione molto limitata che ci servirà soprattutto a capire il mercato e a posizionarci inizialmente. Partiamo con una produzione limitata di due vini rossi, entrambi certificati biologici e adatti a tutti, compresi vegani e vegetariani. Si tratta di una linea di Negroamaro Salento IGP e di Primitivo Salento IGP, entrambi in purezza.
Puntiamo sia al mercato italiano che estero, abbiamo avviato alcune trattative per importare le nostre bottiglie in Repubblica Ceca, Olanda, Romania e gli USA. Il tutto sarà più chiaro quando avremo le bottiglie a disposizione, per quanto uno possa avviare trattative, nessuno compra vino a scatola chiusa e tutti quanti aspettano le bottiglie per prendere una decisione.
Sicuramente, se tutto va bene, pensiamo di raddoppiare la produzione; il nostro brand però è quello della cantina boutique, che produce poche quantità di vino di elevata qualità. Per poter fare davvero attenzione a tutti i dettagli, partendo dalla vigna e fino alla bottiglia, una cantina come la nostra non può mai permettersi elevate produzioni.
Noi facciamo vendemmia manuale con selezione individuale dei grappoli, potatura e interventi agricoli poco invasivi e buone pratiche vitivinicole: per lavorare con questo grado di cura dei dettagli non si possono elaborare grandi produzioni, perciò non è il nostro obiettivo aumentare di troppo il numero di bottiglie.
Per il futuro prossimo abbiamo in progetto anche un vino rosé e altri blend di rosso, compreso un vino dessert , e in più abbiamo deciso di impiantare nuove varietà, rigorosamente autoctone, che affiancheranno gli attuali vigneti di Primitivo, Malvasia Nera e Negroamaro.
D: Natalia hai giustamente detto che nessuno compra il vino “a scatola chiusa”, ma è anche un settore che si sta sviluppando molto sul web. Quanto vale per il vostro settore la presenza su internet e sui social? E su quale in particolare?
R: La presenza sui social è fondamentale. Così come fino a qualche anno le persone passavano ore davanti alla tv ed era necessario pensare a degli spot televisivi (terribilmente costosi ed impegnativi), oggi i consumatori che ancora guardano la tv lo fanno comunque con il cellulare accanto.
Le persone sono sul web ed è lì che bisogna andare a trovarle, soprattutto attraverso i social network. Abbiamo dei profili social su cui lavoro io, e siamo praticamente presenti su tutti, ma quelli in cui ci impegniamo di più sono Twitter, Instagram e ultimamente abbiamo avviato il profilo Facebook e Linkedin..
D: Natalia, in ultimo ti chiedo: come descriveresti in poche parole la vostra attività, e perché un appassionato di vino dovrebbe preferire le vostre bottiglie e la vostra produzione?
R: Ti rispondo con quelli che sono i nostri valori : Qualità, Sostenibilità e Rispetto. Puntiamo in effetti ad un’elevata qualità a discapito della quantità, che raggiungiamo attraverso una viticoltura di precisione durante tutto l’anno, compresa la vendemmia manuale e l’accurata selezione dei grappoli d’uva prima del suo arrivo in cantina.
Ci avvaliamo delle attuali tecnologie per lavorare in campagna in maniera sostenibile, con un occhio attento alla salvaguarda del territorio e della biodiversità del Salento, e con il più basso impatto ambientale possibile. Infine, parliamo di rispetto nel confronto della tradizione vitivinicola salentina, producendo vino esclusivamente a partire da varietà autoctone pugliesi.
Ma anche nel confronto di tutti i consumatori, con un vino genuino e – davvero – d’origine vegetale; in effetti, grazie alla registrazione a The Vegan Society possiamo assicurare che nei nostri vini non ci sono sostanze d’origine animale.
Stiamo creando un Wine Club esclusivo per Cultori del Vino, i cui membri avranno acceso a contenuti originali e di valore, nonché sconti dedicati e partecipazione ad eventi esclusivi, quindi invitiamo tutti a seguirci sui canali social (presto sarà attivo anche il nostro sito www.cantinaprimore.it) .
Io ringrazio Natalia per questa lunga e interessante chiacchierata, presto conto di conoscere anche l’altra parte di coppia e di società, e dedicarmi oltre che alle chiacchiere anche ad una accurata degustazione di vini!
E voi, cosa ne pensate: che sensazione avete della produzione enologica italiana? Vi piace puntare sulla qualità? Vi piace andare a ricercare il vino prodotto con tutti i criteri? Credete che la qualità premi davvero?
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