Col Vetoraz dal prosecco al Valdobbiadene Docg
Un esempio di cantina legata al territorio con grande passione.
Visita alla cantina che dal 2017 ha rinunciato definitivamente al termine Prosecco a favore di “Valdobbiadene Docg”, un modo per preservare l’identità territoriale di questo straordinario vino e il lavoro scrupoloso e appassionato di generazioni di viticoltori.
Siamo nell’area collinare compresa tra Valdobbiadene e Congliano, a circa 400 metri di altitudine, nel punto più alto del col Vetoraz, parte delle colline del Cartizze, un colle che ha regalato il nome ad una cantina nata nel 1993 da Francesco Miotto, l’agronomo Paolo De Bortoli e l’enologo Loris Dall’Acqua.
La famiglia Miotto, che si è insediata qui nel 1838, ha iniziato fin dall’inizio la coltivazione della vite, ed è diventata con la sua lunga tradizione uno dei pilastri fondanti della col Vetoraz.
Gli altri:
- il territorio, con le sue correnti miti;
- la perfetta esposizione ai raggi solari insime ad una composizione organica ideale del terreno, ricco di calcare e silicio, ottimali per la produzione di eleganza e raffinatezza;
- la capacità e le idee di un enologo innovativo e capace, tale Loris Dall’Acqua.
E proprio l’enologo decsrive in modo quasi poetico questo vino:
“Il Valdobbiadene Docg è un vino affascinante, per la sua gentilezza, per la sua snellezza, pr la corposità moderata, per la morbidezza velluatta e per la sapidità.
E’ un vino armonioso, leggiadro, che ci invita a bere , perchè a mio parre la vera civiltà dl bere sta nel bere con piacevolezza!”
La decisione forte e determinata della cantina è stata quella di produrre esclusivamente Valdobbiadene Docg, come unica strada per riuscire ad esprimere pienamente il terroir.
L’azienda utilizza esclusivamente il vitigno Glera, componente base del Prosecco, per produrre i suoi spumanti. Anche se il disciplinare richiede che il Prosecco contenga almeno l’85% di Glera, Col Vetoraz utilizza il 100% di questa varietà, senza aggiungere altre uve.
Tuttavia, la cantina ha scelto di non etichettare i suoi prodotti come “Prosecco” ma come “Valdobbiadene Docg”, in un gesto di rispetto per la storia e la tradizione di questo territorio unico.
Dopo che, con la riorganizzazione delle Denominazioni del Prosecco nel 2009, le aree di produzione del Prosecco si sono estese, c’è stata una sovrapposizione tra le due denominazioni, generando confusione tra i consumatori, impossibilitati a distinguere nettamente tra Prosecco Docg e Prosecco Doc.
Pertanto la cantina dal 2017 ha rinunciato definitivamente al termine Prosecco a favore di “Valdobbiadene Docg” per difendere un’identità territoriale unica, che come sottolinea Dall’Acqua è il vero senso del terroir, ossia l’unione, il legame, la convivenza di terra, persone, clima, tradizioni…
La Cantina Col Vetoraz vinifica più di 2.300.000 kg di uva Docg in un solo anno, da cui vengono selezionate 1.250.000 bottiglie vendute.
Sorprendentemente, solo il 20% dell’uva vinificata proviene dai vigneti di proprietà della famiglia Miotto. Il resto è conferito da ben 72 piccoli viticoltori di fiducia, selezionati nel corso degli anni, che si impegnano a coltivare le vigne rispettando i criteri qualitativi stabiliti dall’enologo e dall’agronomo di Col Vetoraz.
La raccolta dell’uva è effettuata rigorosamente a mano, a causa dell’estrema pendenza del territorio, che può superare il 70%, una vera e propria “viticoltura eroica”. Questa pratica è anche una misura per evitare ferite alla vite causate dalla raccolta meccanica, che potrebbero comprometterne la salute.
Le uve provenienti da tutti i centodue vigneti vengono vinificate separatamente, consentendo all’enologo di valutare in profondità le reali potenzialità di ciascun lotto prima dell’assemblaggio delle grandi cuvée.
Un lavoro possibile grazie ad una adotazione importante in azienda, dalle sei presse pneumatiche “soffici” ai centoventicinque serbatoi, che consentono di tenere separate le partite che solo in un secondo momento vengono assemblate per creare le cuvée.
Si tratta di vini “puri” tutti senza trattamenti, nemmeno quelli considerati “naturali” come albumina, gelatina o altro. Qusto per mantenere l’integrità della materia prima e di conseguenza raggiungere una qualità superiore, a discapito spesso della quantità.
“Equilibrio, armonia e deleganza” è il mantra di Dell’Acqua, per raggiungere la piacevolezza, nel vino e nella vita!
Un mantra che sembra avere ragione, dati i numerosi premi (più di 250) che anno dopo anno i vini col Vetoraz continuano a collezionare.
Ogni bottiglia racchiude un’esperienza sensoriale autentica, soddisfacendo anche i palati più esigenti.
Dal Valdobbiadene Docg Superiore di Cartizze al Valdobbiadene Docg Dry Millesimato, dall’ Extra Brut Ø all’Extra Dry, dalla Cuvée 5 Extra Brut e alla Cuvée 13 Extra Dry, ognuna con una gamma eccezionale di aromi e sapori.
L’ideale per immergersi in questo mondo, nei suoi vini e nei suoi racconti è la visita in cantina, con una sede completamente rinnovata nel 2015, con una terrazza con vista di quelle che non si dimenticano!
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