40 vendemmie e 40 anni di storia per i Sodi di S. Niccolo’.
Primo vino italiano, gruppo domini di Castellare di Castellina.
I Sodi di S. Niccolò, primo vino italiano sommando i punteggi delle cinque guide italiane e dei quattro critici mondiali più autorevoli, celebra le sue 40 vendemmie.
Nel 1977 la prima bottiglia, con Sangioveto e Malvasia nera, due vitigni autoctoni del Chianti Classico. Da allora, sono seguite 40 vendemmie (è saltata solo quella del 1984) e riconoscimenti sempre più importanti fino a conquistare, con l’annata 2016, il titolo di vino più premiato tra i 100 migliori rossi italiani, sommando i punteggi della critica italiana ed estera.
Situata nel cuore del Chianti Classico, Castellare di Castellina è una tenuta di circa 80 ettari, di cui 33 vitati e 12 ad uliveto, adagiati sulle colline di un anfiteatro naturale esposto a sud-est, con un’altitudine media di 430 metri sul livello del mare.
Fa parte del gruppo Domini Castellare di Castellina che comprende altre tre cantine, tutte seguite dallo stesso enologo Alessandro Cellai, delfino di Giacomo Tachis, padre del Rinascimento dell’enologia italiana. :
- Rocca di Frassinello, nata nella Maremma toscana in joint venture con Domaines Barons de Rothschild-Château Lafite,
- Feudi del Pisciotto e
- Gurra di Mare in Sicilia.
Circondate da boschi, le vigne hanno un’età fra 7 e oltre 45 anni con rese nettamente al di sotto di quanto previsto dal disciplinare della DOCG Chianti Classico per ottenere il massimo della qualità.
Un’ottima esposizione al sole, un buon drenaggio dell’acqua, un suolo misto di marne calcaree, galestro e argilla creano un terroir perfetto per vini ben strutturati, eleganti e adatti ad un lungo affinamento in bottiglia.
Per celebrare questo compleanno, un’etichetta speciale: un elegante sfondo nero su cui appare in rosso il numero 40.
E poi un’edizione limitata in grandi formati da 15 e 18 Litri che ripropone in etichetta i 40 uccellini delle 40 annate de I Sodi di S. Niccolò.
E ancora un’asta di un’importante casa internazionale che batterà il primo esemplare di entrambi i formati.
E ancora un libro d’arte di grande formato, stampato al torchio e numerato, che raccoglie i disegni originali degli uccellini, realizzati da John Gould (1804-1881), uno dei più importanti ornitologi dell’epoca vittoriana, riprodotti sulle etichette de I Sodi di S. Niccolo’ dal 1977 ad oggi.
Alessandro Cellai, enologo come abbiamo detto di tutte le quattro aziende del gruppo Domini Castellare di Castellina, ci spiega la favorevole collocazione geografica dei vigneti:
“L’anfiteatro vitato di Castellare si trova, infatti, ad un’altitudine media di 430 metri sul livello del mare ed è raggiunto dalle correnti d’aria fresca della Valdelsa che mitigano le temperature. Ecco perché, anche in annate particolarmente calde come la 2017, o la 2010 e la 2013, le viti sono riuscite a completare il loro percorso vegetativo in maniera ottimale e gli acini hanno mantenuto al proprio interno un’acidità importante.
L’annata 2017 aggiunge alle caratteristiche strutturali proprie de I Sodi di S. Niccolo’, una grande freschezza e longevità: il vino si presenta immediatamente di grande struttura, sia olfattiva sia gustativa, e ha una vena acida decisamente marcata che lo rende lungo e persistente, atto ad essere un vino da lunghissimo invecchiamento. Per celebrare le 40 vendemmie, I Sodi di S. Niccolò 2017 si veste in black tie rendendo omaggio a questo traguardo importante della storia di un vino che ormai è diventato un’icona dell’enologia italiana nel mondo”.
I Sodi di S. Niccolò è stato il primo vino italiano inserito nella Top 100 del 1988 di Wine Spectator con l’annata 1985; replica nel 1989 con l’annata 1986.
E’ uno dei pochissimi Supertuscan realizzato esclusivamente con vitigni autoctoni: 85% di Sangioveto e 15% di Malvasia Nera provenienti dai due migliori Cru di Castellare.
A rivelarci l’origine del nome di questo vino che ha scritto la storia dell’azienda di Castellina in Chianti è Paolo Panerai, giornalista e appassionato di enologia, che negli anni ’70 fondò Castellare di Castellina contribuendo al Rinascimento del vino italiano.
Una storia da scrivere tra gli aneddoti della cantina, quella che vede lui e Luigi Veronelli, compagni di giornalismo e di vino, passeggiare dalla cantina di Castellare di Castellina verso la vigna più bella della tenuta. Quella che i vecchi mezzadri avevano battezzato vigna de’sodi, per il terreno particolarmente duro e ricco di pietre: il migliore per fare il vino, quella vicino alla Chiesa di S. Niccolò del 1300,che aveva dato il nome alla vigna vicina.
E lasciamo parlare lui, Paolo Panerai, autore di queste immagini:
“Luigi Veronelli si fermò e mi disse: ‘Paolo, ecco il nome per quel vino straordinario che mi hai fatto assaggiare: chiamalo I Sodi di S. Niccolò, ma con la ‘I’ davanti, mi raccomando. Perché quello, e solo quello, sarà il vino straordinario che porterà questo nome’”.
Luigi Veronelli aveva assaggiato la prima annata, quella del 1977.
Da allora sono seguite 40 vendemmie che hanno consolidato negli anni il successo di questo Gran Cru caratterizzato da una grande concentrazione olfattiva e da una trama fitta ed elegante, sostenuta dall’importante acidità del Sangiovese, da tannini dolci e da un finale lungo e di grande persistenza.
Auguri I Sodi di San Niccolò, per altri 40 anni e più di vendemmie e successi!
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