10 studenti (ragazzi e ragazze) dell’alberghiero Frisi di Milano sono in partenza per la Grande Mela.
Non è una novità per questo istituto milanese, sono già stati fatti viaggi negli scorsi tra anni, finanziati da bandi di Fondazione Cariplo, con lo scopo di far vivere agli studenti una forte esperienza internazionale, visitando e “facendo pratica” direttamente nei ristoranti della città americana.
Abbiamo incontrato nelle loro classi il preside Luca Azzolini, i professori che accompagneranno il gruppo (Guido Villa e Elena Scomazzoni) e alcuni dei ragazzi in partenza, sia della sede centrale di Milano che della sede distaccata Olmo di Cornaredo.
Il preside ironizza sul fatto che l’unico neo di questo progetto è che lui non ha ancora partecipato fisicamente alle trasferte a New York! E poi, parlando più se rimanete, di dichiara completamente soddisfatto:
“E’ un progetto grandioso, anche quest’anno che non abbiamo beneficiato del bando abbiamo voluto portarlo avanti con sforzi economici dell’Istituto e delle famiglie, perché i risultati sono positivi. Non abbiamo avuto dubbi nell’intervenire economicamente come scuola, perché anche questo tipo di educazione fa parte del nostro ruolo, che sostanzialmente è quello di Ascensore sociale”.
Il professore Villa ci spiega come avviene la selezione dei ragazzi, che si devono candidare e poi vengono scelti sulla base dei risultati scolastici, di un colloquio motivazionale e di uno in lingua inglese.
Elena Scomazzoni, insegnante di tedesco ricorda con orgoglio l’anno in cui ha deciso di attivare questo progetto:
“L’idea due anni fa è nata per dare un motivo ai ragazzi di “scuotersi”, di guardare oltre al loro quartiere….sono ragazzi che vivono il mondo sui social, ma quando si devono muovere nella via dietro il loro quartiere di Milano si sentono quasi persi! E così l’idea di portarli a New York, una città che per molti resta quasi irraggiungibile, un ideale fantastico”.
E così è stata ideata la “gita formativa” fatta di corsi di inglese, di visite culturali orientate al mondo della cucina e tirocini in ristoranti, bar e pasticcerie newyorkesi.
I ragazzi sono entusiasti, le ragazze un po’ intimidite, tutti comunque orgogliosi e ben motivati da questa esperienza che tra qualche giorno li vedrà protagonisti!
In collegamento con l’istituto Olmo di Cornaredo scambiamo due chiacchiere con Lorenzo, Elena e Giorgia, guidate nel colloquio dalla loro insegnante Titta Settembrale, nonché coordinatrice del progetto “Ristorante Didattico” (ne abbiamo già parlato e ne racconteremo ancora!).
Tutti e tre concordano nel desideri odi migliorare l’inglese, di fare un’esperienza internazionale, di vivere a contatto con un mondo completamente nuovo. Tra i tre spicca Lorenzo, abituato forse di più alle interviste visto che è il fresco vincitore, insieme ad un compagno, del contest lanciato da Knorr sulle ricette “zero sprechi”!
Confessa che si porterà in valigia la divisa scolastica, per non perdere l’opportunità di cucinare con la giacca dell’Olmo in una cucina oltreoceano!
Lasciamo il collegamento video, e passiamo alle chiacchiere “live” con gli studenti della sede milanese: Andrea e Davide, della terza cucina, con Elisa e Alessandra, quarta classe Accoglienza.
Andrea è deciso e determinato, orgoglioso di essere stato scelto a 16 anni per un’esperienza grandiosa, che lo segnerà, perché lui vuole fare esperienze in giro per il mondo, per creare un suo stile da tante cucine diverse, non ha il desiderio di lavorare per forza in Italia.
Davide, “figlio d’arte”, è felice di vedere altri mondi, abituato al mondo, seppur molto professionale e attivo, del ristorante dei suoi genitori. “Come dicono i professori questa è l’età giusta per fare esperienze sia personalmente che scolasticamente, e perciò sono felice di partire”. Il suo desiderio è quello di accumulare esperienze per poi tornare a lavorare in Italia….ancora non si sa se nel ristorante di famiglia, o in uno tutto suo!
Le ragazze hanno le idee un po’ meno chiare, ma comunque felici del viaggio, e sono curiose di vedere il “mondo della sala” in realtà diverse da quelle tipiche dell’accoglienza italiana.
La professoressa Scomazzoni, vedendo questo senso di “timore” nel viaggio, li stimola ad aprirsi, ricordando le esperienze degli anni prima….e su quei ricordi, anche lei smette però di punzecchiarli:
“E’ sempre così, partono in sordina, con paure del viaggio, della lontananza da casa, della distanza…e poi, una volta arrivati là, è sufficiente uscire dalla metropolitana e trovarsi con il naso all’insù a perdersi nei grattacieli di New York che subito l’adrenalina si impossessa di loro e non li lascia fino al ritorno, e anche molto dopo!”.
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