ultima cena curiosità

Conoscete il menù dell’ultima cena? Dettagli e aneddoti. Parte 3.

Negli articoli “Conoscete il menù dell’ultima cena? Dettagli e aneddoti.”  Parte1 e Parte 2  si è parlato di aneddoti, curiosità e ricette legate all’Ultima Cena

Lo stimolo a questa ricerca è arrivato dal fatto che di norma quando si pensa all’Ultima Cena viene in mente quella Leonardesca, in realtà sono numerosi i pittori e gli artisti che hanno realizzato quest’opera, ognuno ci ha messo qualche dettaglio personale, incluso un “menù” diverso, una differente disposizione, un piatto particolare o legato alle proprie tradizioni o al luogo di destinazione del dipinto….

Insomma tante “Ultime Cene” da confrontare in qualche modo con quella reale, quella che Gesù e i suoi apostoli ebbero in occasione della Pasqua ebraica  (o di altra occasione?!) a Gerusalemme.

Nei due precedenti articoli abbiamo letto risposte alle domande e dubbi più “comuni” che potrebbero sorgere ad un’analisi attenta sul menù dell’opera.

Qui continuo la carrellata con una serie di aneddoti e curiosità più “ricercate”!

Invito tutti i lettori a commentare con altre chicche se in vostro possesso, o con semplici idee e considerazioni!

Ecco altre curiosità:

Opere in cioccolato :

Un’Ultima Cena in cioccolato è stata realizzata dall’artista brasiliano Vik Muniz, autore anche di copie della Gioconda a base di gelatina e di burro d’arachidi. Foto delle opere si trovano al Moma di New York e alla Tate Gallery di Londra. Una riproduzione scolpita nel sale si trova invece in Polonia, nella cappella di Santa Klinga all’interno della miniera di salgemma di Wieliczka. Da notare che ha 800mila visitatori l’anno, contro i 375mila del Leonardo originale!

Pollo, gallo, galline e quaglie :

Il pollo comincia ad apparire nelle ultime cene medievali, assieme al pesce: in quanto cibo di magro dei monasteri, si ipotizza. Nell’Antico Testamento il gallo è citato due volte, la gallina Nei Vangeli il gallo appare tredici volte, la gallina una volta sola. In compenso ci sono le quaglie: il collerico dio dell’Antico Testamento le fa piovere a tonnellate, e per di più avvelenate, sugli ebrei nel deserto che si lagnano per la dieta monotona a base di manna

Numero di bicchieri :

All’Ultima Cena, come nella cena di Pesach, ci sono non meno e non più di quattro bicchieri. Un quinto bicchiere, in era posteriore, dopo secoli di dispute teologiche, venne aggiunto per il profeta Elia. Guai però ai commensali che lo bevessero.

Gli arredi dell’ultima cena : 

ll tavolo dell’Ultima Cena, in legno di cedro, è conservata a Roma, nella cappella del Santissimo Sacramento presso la basilica di San Giovanni in Laterano. Il piatto di Gesù è invece conservato a Genova, nel museo del tesoro della cattedrale di San Lorenzo.

La cucina nell’ultima cena:

L’opera in cui si intravede anche la cucina è quella dipinta da Pietro Lorenzetti nella basilica inferiore di Assisi. A sinistra del cenacolo, divisa dalla parete, c’è la stanza col focolare e la cappa, un inserviente che pulisce i piatti con un canovaccio, un cane che mangia gli avanzi, un gatto che sonnecchia davanti al fuoco.

Lo chef :

Sembra che il compito di cucinare l’ultima cena sia toccato a Pietro e Giovanni. Gesù li mandò a cercare la stanza del cenacolo:

Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare. … Appena entrati in città vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua, seguitelo…i mostrerà una sala grande e addobbata: là preparate…” (Luca)

 

Apostoli a gruppetti :

Nelle ultime cene dipinte gli apostoli spesso comunicano tra loro a coppie o a gruppi da tre, questo per via dei taglieri, in legno o terracotta, che fino al ardo Cinquecento non erano assegnati ai singoli commensali ma venivano condivisi tra più persone.

I taglieri derivano dalle mensae latine, dischi fatti con farina di farro e simili a focacce, distribuiti dalle ancelle all’inizio dei banchetti e usate come piatti, e usate a coppie (ogni mensae era usata da due persone contemporaneamente).

Tavolo apparecchiata:

La tavola del Cenacolo vinciano è apparecchiata con 21 piatti, 3 vassoi, 13 bicchieri, 3 brocche, una saliera, pesci, pane e frutta. Nel piatto davanti a Gesù è visibile una melagrana, che nella religione ebraica significa abbondanza, fecondità, gioia.

Gamberi all’Ultima Cena :

Ci sono numerose opere dell’Ultima Cena con i gamberi (gli studiosi ne hanno contate più di 150). Molte furono eseguite dai Baschenis, un gruppo di artisti erranti che trasmettevano il mestiere di padre in figlio, di origine bergamasca e molto attivi in Trentino e in Lombardia tra il 1400 e il 1600.

Ciliegie nell’Ultima Cena:

In alcune opere sono presenti sulla tavola dell’ultima cena le ciliegie (frutto che non sarebbe mai potuto apparire su una mensa ebraica al tempo di Gesù poiché proibito dalla Kashrut, il codice che stabilisce la purezza dei cibi).

Domenico Ghirlandaio nel 1480 ne dipinse 37 sulla tovaglia dell’Ultima Cena nel refettorio di Ognissanti a Firenze, e tra il 1477 e il 1480 ne dipinse 61 in quella nel refettorio di San Marco. Jacopo Bassano ne dipinse 5 nella Cena in Emmaus della parrocchia di Cittadella nel 1538.

Forma del tavolo:

Sono diverse le forme che gli artisti hanno dato ai tavoli dell’Ultima Cena.

A semiluna come nei simposi dei rimi secoli dopo Cristo. Ovali come quello di Pietro Lorenzetti nella Basilica inferiore di San Francesco di Assisi e di Taddeo Gaddi a Firenze. A Ferro di cavallo come quello di Cosimo Rosselli nella Cappella Sistina e nelle Cene del Ghirlandaio. Quadrati come quelli nelle dimore borghesi delle Fiandre. Rettangolari come nei luoghi di posta lungo i tracciati medievali. Rotondi, come nei codici miniati del primo Millennio , nelle icone russe, nelle cene di Cranach a Wittenber e di Cresi nella Pinacoteca di Brera. Rotondo anche il tavolo dipinto da Pietro da Rimini agli inizi del 1300 nell’abbazia di Pomposa, Ferrara. Qui la rotondità la fa da padrona: partendo dal vassoio tondO al centro de tavolo, si espande a cerchi formati dalle ciotole e dalle piccole pagnotte, dalla bottiglia di vino e dalla caraffa dell’acqua insieme alle saliere, dalle panche ad arco alle aureole dei commensali, in un crescendo che è stato definito “quasi un canto”!

…esistono mille altre di queste curiosità, per ora mi fermo qui, lasciando spazio, nel seguito della storia legata all’Ultima Cena, alle ricerche fatte da due archeologi torinesi esperti in cibo antico sul menù reale consumato a Gerusalemme da Gesù e dagli apostoli e poi ad una focalizzazione sull’Ultima cena di Leonardo Da Vinci.

Ne parleremo nei seguiti di questi articoli, restate collegati a Storie di Cibo!