Quanto conta la vestizione di una bottiglia?
A dieci anni dall’introduzione della nuova “immagine” Famiglia Olivini ha scelto di optare per un leggero restyling di etichette e packaging. Del resto il vino si beve, ma si sceglie anche per il suo vestito, e l’etichetta, inutile negarlo, fa la sua parte!
Famiglia Olivini produce vino dagli anni Settanta in un territoriovocato alla vinificazione del Lugana. Lo ha sempre fatto e continuerà a farlo con grande passione, la stessa che si tramanda tra generazioni.
L’azienda, che ha recentemente inaugurato l’ampliamento della nuova cantina a Desenzano del Garda (BS), con il passaggio di consegne ai nipoti avvenuto nel 1999 ha iniziato un percorso che l’ha portata, esattamente dieci anni fa, a dotarsi di una identità grafica e di stile capace di distinguersi. Nel 2009 hanno fatto il loro esordio le prime etichette (e le nuove bottiglie) che vedevano protagoniste delle righe orizzontali, intervallate da fasce in lamina dorata e con cromie capaci di evocare il contenuto:
- tonalità di verde per il Lugana Doc,
- marrone pastello per il Demesse Vecchie,
- rosa antico e viola per il Lugana Doc Rosè metodo classico e
- un esplicito richiamo all’oro per il Lugana Doc brut metodo classico.
A distanza di dieci anni da questo importante cambiamento, supportata dalla stessa agenzia che aveva curato il design (la Novaidea di Selva del Montello, nel trevigiano), Famiglia Olivini ha scelto di evolvere e di dare vita a un leggero restyling delle sue etichette. Alle righe orizzontali, che sono diventate un chiaro segno distintivo, si sono affiancate delle righe leggermente oblique in grado di conferire, senza stravolgere l’identità, la sensazione di qualcosa che fasciasse la bottiglia stessa. Così spiega la scelta d’immagine Giovanni Olivini, direttore della cantina:
«Siamo ben consapevoli di vivere in un mondo innovativo dove l’immagine e la riconoscibilità sono essenziali. Per questo abbiamo creato un’immagine moderna, ma che al tempo stesso ci appartenesse.
Quando dieci anni fa optammo per le righe fu per una semplice volontà di proporre qualcosa di nuovo, diverso dalle comuni etichette del vino, qualcosa di estremamente moderno».
Al di là delle immagini delle etichette, la storia della cantina Famiglia Olivini ha ormai 50 anni di immagini vere! Il tutto prende vita dalla passione di un imprenditore bresciano per la campagna, nel 1970. Quello che un tempo era forse solo un hobby oggi, grazie al passaggio di consegne ai nipoti nel 1999, è un progetto in continua crescita ed evoluzione. Giorgio, Giordana e Giovanni, i nipoti, scelgono quotidianamente di condividere un legame che i genitori Graziella e Giulio da anni sentono per questa terra. Una passione sincera, la stessa che la famiglia ripone per l’attività siderurgica, per un patrimonio trasmesso dai nonni. Il percorso dell’azienda si lega a quello professionale dell’enologo Antonio Crescini che da oltre vent’anni segue l’attività in vigna e la produzione in cantina, diversificata nei:
- Lugana Doc (che comprende il metodo classico),
- Chiaretto,
- rosé e
- vini rossi.
La gamma si completa con tre grappe e un olio.
Storie di cibo che passano dalle immagini, ma che dietro hanno sostanza e storia vera.
Posta una risposta