Apre a Milano il nuovo ristorante di Andrea Aprea.
Esperienza gastronomica tra ristorante, caffè bistrot, design e cantina.
Aperto al pubblico il nuovo Ristorante Andrea Aprea: dove gusto, memoria e tempo si incontrano, in una esperienza gastronomica ricca di design.
Posto all’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati – in un edificio storico che ospiterà il Museo d’Arte della Fondazione – il Ristorante raccoglie in una cornice estetica dalle pure proporzioni, tutti i valori dell’esperienza e crescita gastronomica che Chef Aprea ha definito in un percorso di ricerca ventennale.
Il ristorante si sviluppa su 400 mq, suddivisi in 210 mq di sala, private dining, cantina, hall d’ingresso e 190 mq di cucina completamente a vista.
Nella sala centrale otto tavoli per un totale di 36 coperti, pareti pareti rivestite di bucchero, la caratteristica ceramica nera con cui gli etruschi realizzavano i loro vasi, uno scenografico lampadario circolare in vetro di Murano e foglia d’oro.
Lo chef arriva all’apertura dopo mesi di progettazione e lavori e dopo un virtuoso passato da due stelle Michelin.
Napoletano d’origine Aprea è stato infatti dal 2011 al 2021 Executive Chef del ristorante VunAndrea Aprea: il primo ristorante d’hotel ad aver ricevuto una stella Michelin nella storia di Milano, nel 2012. La seconda Stella è poi arrivata cinque anni dopo, nel 2017.
=> (E nel periodo di lockdown ha partecipato al nostro libro stellato 1,2,3 stella…52 ricette stellate in due lingue con la prefazione di Ferran Adrià).
Come sottolinea lo chef, fondamentale è stato il supporto della sua squadra e della Fondazione Luigi Rovati, con la quale il dialogo è stato una continua fonte d’ispirazione.
Si tratta di una realtà nata nel 2016, impegnata nella promozione e valorizzazione dei beni culturali, artistici e storici e intitolata al Professor Luigi Rovati.
“Sono felice di poter inaugurare questo progetto che è per me il coronamento di un sogno. Abbiamo lavorato per creare un luogo dove spazio, tempo, sguardo e sapori si potessero trovare gli uni negli altri, per offrire agli ospiti un contesto emotivo e sensoriale di inedita forza e originalità”.
La cucina di Andrea Aprea si propone di innescare un processo di scambio tra differenti luoghi dell’esperienza, un vero e proprio viaggio nei sensi: nel ricordo, nello sguardo, nell’olfatto, nel palato.
Il tempo è un ingrediente fondamentale di questo viaggio perché la più grande fonte d’ispirazione dello chef è la memoria: le emozioni, la conoscenza del territorio e la cultura che ha forgiato la cucina italiana.
È il ricordo che crea una sospensione del presente per accompagnare l’ospite in un’altra dimensione temporale.
Il viaggio gastronomico comincia nella scelta delle materie prime, con rapporti diversi tra acidità, sapidità, amaro e dolcezza, e con giochi alternati tra diverse consistenze, pe rregalare un’alternanza di vibrazioni al palato in un dialogo continuo tra sapori vicini e opposti.
Una scenografia dei sensi, dove vivere il rapporto con il cibo, tra attesa delle premesse e condivisione delle conseguenze gustative. Anche qui torna il tema tempo, in una dimensione di continua sorpresa estetica, tra intimità e completezza.
Scambio tra luoghi dell’esprienza, ricerca di nuove esperienze, contemporaneità dell’esperienza.
Concetti che si ritrovano nei tre percorsi gastronomici proposti al pubblico:
- Contemporaneità, un percorso di 5 portate dedicato al rapporto tra memoria e innovazione da 155e€
- Partenope, viaggio in 6 portate nelle suggestioni della Campania da 175 €
- Signature, esperienza assoluta nella filosofia dello chef in 8 portate da 195 €
Infatti la cucina di Andrea Aprea parte dalla ricerca di nuove esperienze attraverso cui definire il sapore della contemporaneità.
È così che ai concetti di innovazione e modernità, lo chef preferisce il tema della contemporaneità, che analizza definisce combinando la tecnica con l’esperienza, l’emozione con la cultura, l’estetica con la precisione del gesto.
E se ciò che noi chiamiamo tradizione è il presente dei nostri antenati – un presente che ha saputo meritare attenzione durevole, che ha superato la prova del tempo, delle mode, per diventare un presente assoluto ed arrivare fino a noi – la contemporaneità è invece la capacità di interpretare lo spirito del proprio tempo, e costruire su di esso ipotesi di futuro.
Anche la cantina è racconto puro.
La carta dei vini, composta da 650 etichette provenienti da tutto il mondo, racconta una storia di trasformazione di emozioni in sapori, di luoghi e clima in note olfattive.
La scelta dei vini e degli spiriti fa parte del percorso di conoscenza e scoperta di territori e tradizioni. L’ospite è trascinato alle pendici di colline e alla sommità di paesaggi lontani entrando in relazione con ciò che abita il piatto, dialoga con le pietanze aggiungendo livelli ulteriori di percezione.
E poi una nota in più, il Caffè Bistrot, un modo diverso di intendere il rapporto tra tempo e cibo.
Nella segreta corte verde del palazzo di Corso Venezia 52, si apre anche un inedito concetto di Caffè Bistrot, uno spazio capace di evocare la tradizione delle caffetterie della Milano cosmopolita e borghese del primo ‘900.
Un bancone circolare che prepara la scena ad uno spazio pronto dalla colazione alla cena, con 22 coperti all’interno dello spazio vetrato e altri 12 en plein air, nel dehor che si affaccia sul giardino segreto del palazzo.
Gli spazi sono tutti disegnati dall’Architetto Flaviano Capriotti, con l’intento di esprimere la filosofia gastronomica di Andrea Aprea, dando luogo ai significati, sfondo alle attese, contesto al rapporto tra forma e sostanza.
E così, gli interni del ristorante sono stati pensati per creare un percorso conoscitivo e di sorpresa, in una continua alternanza tra chiaro e scuro, con l’idea di dare un senso di intensità teatrale.
Le pareti ed il soffitto della sala centrale corrono inclinate, accompagnando lo sguardo verso la cucina a vista che risulta il centro di tutta la rappresentazione.
La presenza all’interno degli spazi del Ristorante e del Caffè bistrot di opere d’arte della collezione del Museo, esprime chiaramente il legame con la fondazione Luigi Rovati.
Arricchiscono gli spazi del ristorante opere degli artisti Andrea Sala, Thomas Ruff, Mimmo Jodice, Giulio Paolini, William Kentridge…
Nel caffè-bistrot Mauro Ceolin è il primo protagonista del progetto di promozione dell’arte italiana sviluppato dalla Fondazione in collaborazione con lo Chef.
Seguici