Cena Italiana a luglio prima della International Catering Cup a settembre.
Lo chef Andrea Mantovanelli anticipa i mondiali di Catering Cup con una “Cena Italiana” a quattro mani con l’amico stellato Jean François Bérard .
In attesa di iniziare l’allenamento per l’Internazionale di Catering Cup, che si svolgerà a Lione dal 22 al 23 settembre, dove i migliori traiteurs (ristoratori) del mondo, si riuniranno per segnare lo stile di una nuova ricerca culinaria, il capitano del team Italia Andrea Mantovanelli “si riscalda” con una cena a 4 mani in Provenza.
Al ristorante René’Sance par Jean-François Bérard, a La Cadière d’Azur, lo chef Jean-François Bérard, una stella Michelin, ha ospitato Andrea Mantovanelli per raccontare l’amicizia che li lega con una “Cena italiana”, giunta in realtà alla sua quarta edizione.
Non si tratta solo di un esercizio a quattro mani, ma anche di un gioco ironico che rispecchia l’indole creativa dei due chef, che nella realizzazione dei piatti hanno voluto utilizzare materie semplici e nella loro semplicità, uniche ed eccezionali, trasformandole, come si addice a due chef così bravi, da semplici a nobili.
E insieme raccontano:
“Le Jardin de Bastide des saveurs, un’enciclopedia di erbe, profumi e aromi, ci ha fornito tutto ciò di cui avevamo bisogno. Con questo, abbiamo creato l’alchimia”.
La Bastide des saveurs è il grande orto curato dal ristorante, che dal 2020 vanta una stella verde Michelin per la sostenibilità.
Nelle sue ordinate geometrie custodisce oltre 300 varietà di botaniche, 70 varietà di pomodori e un numero incalcolabile di fiori.
Un laboratorio in continua evoluzione che diffonde i profumi della Provenza nelle preparazioni dei piatti.
Alcuni dei prodotti utilizzati nel corso della cena sono stati selezionati da Laura Gobbi, project manager di progetti di promozione territoriale nonché curatrice della comunicazione dello chef Martinelli:
- il riso carnaroli dell’azienda Riso Buono,
- il peperone crusco dell’Azienda Agricola Sud
- due spumanti metodo classico: Millesimato pas dosé 2015 di Contratto e il Rosato brut di Perlino
- il vermouth, con il Contratto Vermouth rosso e il Vermouth classico di Casa Martelletti.
Due amici si diceva, oltre che colleghi che si apprezzanop, e la stima reciproca è uno degli ingredienti della buona riuscita di queste serate.
Queste le parole di Jean-François Bérard:
“Andrea è un grande amico, ogni anno è un piacere ospitarlo perché è un professionista che stimo molto. Lavorare con lui è uno scambio continuo di esperienze”
Alle quali fanno eco le lodi dello chef Mantovanelli:
“Jeff è il collega e l’amico ideale. Umile e sempre pronto al confronto, allo scambio. Ogni volta che ho il piacere di venire in questa parte di Francia, mi rendo conto di quanto abbiamo ancora da raccontare con i nostri prodotti. E poter entrare nel suo potager è uno stimolo continuo di creatività”.
Dopo la cena, che ha visto anche la collaborazione della sua pastry chef Silvia Sterzi, lo chef Mantovanelli inizia ora la preparazione dell’Internazionale di Catering Cup, che si svolgerà a Lione dal 22 al 23 settembre.
Qui i candidati si sfideranno su diverse prove:
- produzione in laboratorio,
- trasferimento dei piatti,
- presentazione a buffet e
- consegna del piatto.
Andrea Mantovanelli nel 2017 ha vinto il premio come miglior piatto di carne all’International Catering Cup e nel 2019, nella stessa competizione francese, si è aggiudicato l’oro come miglior piatto di pasticceria.
Sa quindi alla perfezione di cosa si tratta, che cosa serve e come allenarsi:
“Il progetto gastronomico per la gara è già stato definito, in questo anno e mezzo di studio, nei ritiri che andremo a fare tra agosto e settembre, invece, lavoreremo sulla preparazione atletica, sui tempi e la resa delle tecniche” .
Chef riconosciuto e premiato a livello internazionale, capitano della squadra azzurra per i mondiali di Catering Cup di Lione del 22 e 23 settembre, è anche (insieme a Mirko Zenatti) coach del team Italia dei Mondial du pain 2021.
Per lui cucinare non significa semplicemente trasformare la materia.
Il suo approccio si eleva e diventa alchimia.
E con la guida dello chef alchimista, non ci resta che aspettare che i nostri “atleti” scendano in campo ed accendano i fuochi, tifando per loro.
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