Cannubi “1752” Damilano: eleganza del Barolo

Cannubi “1752” di Damilano.

L’eleganza del Barolo in una esclusiva degustazione a Milano.

Nel cuore di Milano, tra l’eleganza senza tempo del Park Hyatt, si è svolta una degustazione che ha svelato al pubblico la magia del Barolo DOCG Riserva Cannubi “1752” dell’annata 2017, fiore all’occhiello della cantina Damilano.

Cantina storica e autentica eccellenza delle Langhe, ha offerto agli ospiti l’occasione unica di immergersi in un’esperienza sensoriale, attraverso una verticale di cinque annate che ripercorrono la storia e l’evoluzione del Cannubi “1752”.

Degustare i vini della cantina Damilano significa immergersi nella storia delle Langhe, scoprendo le sfumature di un territorio speciale dove ogni vigneto racconta una storia diversa. È un viaggio sensoriale che va oltre le convenzioni, celebrando l’autentica essenza del Barolo e la passione per la viticoltura che contraddistingue questa cantina.

Ogni calice è un’esperienza in continua evoluzione, un tributo all’eccellenza enologica che solo le Langhe possono offrire, capace di evocare emozioni profonde e di raccontare la storia di una terra, di una famiglia e di una tradizione senza tempo.

L’evento è stato aperto da una degustazione verticale delle annate 2008, 2010, 2015, 2016 e 2017, ognuna delle quali racconta un capitolo diverso della storia del Barolo.

L’annata 2008, nonostante le sfide climatiche, ha dato vita a un Barolo di straordinaria struttura e complessità, con una nota speziata di pepe nero e un tannino maturo, setoso e ben integrato.

La 2010 – favorita da un inverno rigido e abbondanti nevicate – ha regalato uve di qualità eccellente, conferendo al vino una spiccata freschezza e acidità vibrante, accompagnate da sentori di liquirizia, petali di rosa e una mineralità persistente.

La vendemmia del 2015 si distingue per i tannini eleganti e longevi, caratterizzati da un’eccellente maturità fenolica, che ha permesso al vino di sviluppare note di frutta rossa matura, come ciliegia e lampone, con un sottofondo di tabacco dolce e cacao.

L’annata 2016 è considerata una delle migliori del decennio, con vini complessi e perfettamente strutturati, che esprimono una purezza aromatica notevole, tra violetta, mentolo e un finale balsamico.

Infine, l’annata 2017, caratterizzata da un clima caldo e secco, ha prodotto vini dai profumi intensi di frutta matura e spezie dolci, bilanciati da tannini significativi e un equilibrio complessivo straordinario, con note di prugna secca, cioccolato fondente e una leggera nota ematica.

Ogni annata del Barolo Cannubi “1752” ha mostrato un’evoluzione e un’espressione diversa del terroir, permettendo agli ospiti di apprezzare la complessità e la capacità di invecchiamento di questo vino straordinario.

La degustazione ha enfatizzato le sottili differenze derivanti dalle condizioni climatiche di ciascuna annata, mostrando come il terroir e la vinificazione possano esprimere una gamma incredibilmente diversificata di aromi e strutture.

Questa degustazione è stata un viaggio nelle annate del Cannubi “1752”, ma anche un’occasione per scoprire altre gemme della cantina Damilano.

Durante il pranzo, sapientemente orchestrato dallo chef Guido Paternollo del ristorante Pellico 3, sono stati presentati altri Barolo provenienti da menzioni geografiche di grande prestigio: Raviole, Serralunga d’Alba, Liste e Cerequio.

Ogni vino ha trovato il proprio abbinamento perfetto, come il Barolo Raviole 2020, caratterizzato da una nota sapida e tannini vivi, abbinato alla tartare di fassona, topinambur e nocciole, che ne esaltavano la freschezza e la struttura. Il Barolo Liste 2019, con la sua complessità olfattiva di cuoio, sottobosco e note ferrose, è stato accostato a un risotto mantecato al mascarpone e civet vegetale di verza, dove la cremosità del piatto abbracciava i tannini decisi del vino.

Infine, il Barolo Cerequio 2020, con i suoi sentori di viola, lampone e spezie dolci, ha trovato il giusto contrappunto nel filetto di manzo alla royale, esaltando la ricchezza e la morbidezza della carne.

Un momento di particolare interesse è stato l’aperitivo presso il Mio Lab del Park Hyatt, durante il quale la cantina Damilano ha presentato una novità: il Colli Tortonesi DOC Timorasso Derthona 2023.

Questo bianco, con le sue note agrumate di limone e cedro, accompagnate da profumi di pesca bianca e fiori di acacia, si è rivelato un’aggiunta elegante alla collezione della cantina, capace di coniugare freschezza e complessità.

La mineralità, tipica dei suoli calcarei dei Colli Tortonesi, e il delicato sentore di mandorla amara sul finale ne fanno un vino perfetto per accompagnare piatti di pesce crudo o formaggi freschi.

Un vino che rende omaggio al fondatore della cantina, Giacomo Damilano, e testimonia il costante impegno verso l’innovazione e la ricerca di nuove espressioni enologiche.

La cantina Damilano, condotta oggi da Paolo, Mario e Guido Damilano, è una delle più storiche realtà del Barolo, con oltre cinquant’anni di attività vitivinicola che affonda le proprie radici nei prestigiosi vigneti di Cannubi.

La menzione Cannubi – nota come Tumela – rappresenta l’essenza del terroir delle Langhe, grazie alla particolare composizione del terreno che unisce marne di Sant’Agata e arenarie di Diano.

Le marne di Sant’Agata conferiscono al vino una ricchezza aromatica e una struttura capace di sostenere lunghi affinamenti, mentre le arenarie di Diano contribuiscono a una mineralità spiccata e a un tannino fine e persistente. Questa combinazione, insieme all’esposizione privilegiata della collina verso sud e sud-est, consente al Nebbiolo di esprimere tutto il proprio potenziale, dando vita a vini ricchi di aromi di ciliegia, prugna, tabacco e fiori, con una struttura tannica complessa e una straordinaria capacità di invecchiamento.

Il Barolo Cannubi “1752” è il simbolo di una filosofia orientata alla qualità senza compromessi.

L’etichetta “1752” celebra l’anno a cui risale la più antica bottiglia delle Langhe, conservata a Bra, già recante il nome Cannubi. Con l’intento di perseguire un’eccellenza senza compromessi, la cantina ha scelto di attendere sette anni prima di aprire la prima bottiglia, andando oltre i cinque anni richiesti dal disciplinare, a testimonianza della loro filosofia orientata alla qualità.

Ogni bottiglia racconta una storia di passione e dedizione, con una fermentazione lunga e una macerazione a cappello sommerso di oltre 40 giorni, una tecnica tradizionale che permette di estrarre il massimo del corredo aromatico e polifenolico dalle bucce. Segue un affinamento di 60 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia, che conferiscono eleganza e struttura, e ulteriori 24 mesi in bottiglia, che consentono al vino di raggiungere una perfetta armonia.

Il risultato è un vino di grande profondità, capace di evolvere nel tempo, sviluppando aromi terziari di cuoio, sottobosco, spezie e una leggera nota balsamica, mantenendo una straordinaria eleganza e complessità.