Tenuta Moreno: masseria del ‘700 nell’Alto Salento.
Una storia di 20 anni di ospitalità esclusiva.
Le storie dell’ospitalità raccontano di luoghi, di bellezze e di persone, che spesso sono visionarie e che hanno un legame profondo con le loro terre.
E’ il caso di Tenuta Moreno, progetto che da 20 anni segue il turismo di lusso nel Salento, e che è frutto di un’opera visionaria della famiglia Argentieri.
Una scommessa su Mesagne, stretta tra l’azzurro cristallino del mare e il verde infinito degli uliveti, che è divenuta luogo di una ospitalità esclusiva, sostenibile, culturale e altamente gustosa!
Tenuta Moreno si presenta come una splendida struttura alberghiera ricavata da una tipica masseria del ‘700 immersa in un immenso parco mediterraneo.
Dietro c’è però appunto una grande storia di visioni, lavori e credenze sul potenziale del territorio.
All’inizio del 2002 Antonio Argentieri, capostipide della famiglia e Presidente della “Moreno spa” decide di credere in questo territorio, non solo attraverso investimenti molto consistenti ma anche puntando sulle sue potenzialità in termini di vocazione turistica.
Si è concretizzato così il progetto di quella che oggi è una tra le strutture pugliesi di riferimento per il turismo leisure, per eventi esclusivi, quale ad esempio la cerimonia Golden Wine Awards di Food and Travel Italia, uno dei più, e per le esigenze sempre più incalzanti del settore MICE.
Il lavoro di Antonio si è distinto su molteplici fronti, come lui stesso racconta:
“Ci siamo impegnati nell’offrire servizi di altissimo livello curando la formazione e l’aggiornamento costante dei nostri collaboratori e abbiamo promosso fin dall’inizio una filosofia sostenibile anche in termini economici e sociali, anticipandone i tempi non solo in Puglia ma a livello nazionale”.
L’obiettivo prioritario è stato infatti quello di coniugare ambiente, tradizione, ecologia ed economia.
Qui a farla da padrone è senza alcun dubbio Madre Natura.
Lo sottolinea, con non poca soddisfazione, Pierangelo, seconda generazione della famiglia Argentieri nonché direttore della Tenuta e Presidente di Federalberghi Brindisi.
Le scelte impiantistiche secondo energia rinnovabile – pannelli solari, eolici, geotermici – le attrezzature, gli arredi, i materiali, l’offerta enogastronomica, la SPA e i rituali che utilizzano ingredienti locali: tutto ha ruotato attorno all’aspetto ecologico e sostenibile, considerando Tenuta Moreno una delle componenti di un ecosistema complesso quale quello di un patrimonio naturalistico e paesaggistico.
Nel parco della masseria ha trovato spazio anche un “pollaio a cinque stelle” (così definito dal quotidiano “Il Messaggero”) nato con l’obiettivo di produrre uova etiche da animali allevati all’aperto tra cui il pollo Leccese, noto per essere il protagonista assoluto dei decori sui piatti dell’antica tradizione di ceramiche pugliesi, purtoppo razza in via di estinzione.
Tutto ha un senso ecologico, anche l’impiego di alcuni oggetti come le cassette in lgno utilizate come vassoi in piscina.
E in qesto clima, anche l’offerta enogastronomica ha saputo distinguersi, tanto che Tenuta Moreno con la sua cucina è stata tra i protagonisti di Expo 2015, quale rappresentante del ristorante della Regione Puglia a Eataly.
In effetti la cucina della Tenuta capitanata da Vincenzo Elia – convinto sostenitore di una filosofia fondata sulla biodiversità, sulla protezione dell’ambiente e il rispetto delle culture e delle tradizioni locali – fin dall’inizio ha utilizzato quasi esclusivamente prodotti locali a chilometro Zero.
Lanciando inconsapevolmente quella che di lì a qualche anno sarebbe diventata una sorta di moda, ha organizzato un orto da cui attingere i prodotti facendoli addirittura scegliere dagli ospiti, e da considerare parte integrante della cucina stessa.
Oggi l’orto della Tenuta è oggetto di visite guidate e di percorsi didattici per le scuole del territorio e suscita la curiosità dei numerosi partecipanti ai corsi di cucina, curiosi delle preziose varietà autoctone come il pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto, il pomodoro Regina di Torre Canne ed il peperoncino dolce di Carovigno, compagno fedele della purea di fave.
L’orto è anche dimora delle api, e la Tenuta ha al suo interno anche la produzione di miele.
E poi una collezione di fichi quasi museale, con quaranta varietà provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, un vero e proprio progetto colturale finalizzato ad avere frutti freschi da giugno a dicembre da offrire agli ospiti, sfruttando le diverse caratteristiche e tempistiche di maturazione delle varietà di fico.
Tra bellezze e bontà, una nota di cultura è evidente nel progetto Tenta Moreno, partner di numerose e significative attività quali il SUM – Sistema Urbano Museale.
Dunque la Cultura come destinazione, che ha posto Mesagne al centro di una rete per valorizzare e coordinare le suggestioni del territorio.
Nell’ultimo periodo la Tenuta è diventata anche cornice d’eccezione per opere di importanti artisti legati al territorio come Mimmo Epicoco e le sue figure femminili di “Pudico Errato” che rimandano a Madre Natura.
Insomma la storia di Tenuta Moreno viene raccontata e vista come un interessante e articolato mosaico che si è composto nel corso di 20 anni.
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