La Giubiana tra ricette e tradizioni

La festa della Giubiana si festeggia l’ultimo giovedì del mese di Gennaio.

La tradizione consiste nel mettere al rogo un fantoccio, tradizionalmente un gambone di stoffa e fieno, la Gibiana, che rappresenta il malessere dell’inverno e i guai dell’anno trascorso.

La Giubiana (o Festa della Giobia) è una festa tradizionale molto popolare nell’Italia Settentrionale, in particolare in Piemonte e in Lombardia (Brianza, Altomilanese, Varesotto e Comasco).

L’ultimo Giovedì del mese di Gennaio vengono accesi dei grandi falò (o roghi) nelle piazze e bruciata la Giubiana, un grande fantoccio di paglia vestito di stracci. Il rogo assume valori diversi a seconda della località in cui ci si trova, mantenendo sempre uno stretto legame con le tradizioni popolari del luogo.

Le leggende su questa particolare ricorrenza sono molte e ognuno ha la sua versione di falò, di ricette e di credenze. A volte ritroviamo la vecchiarella con il suo fedele compagno, il Gianè, ma la maggior parte delle storie riguardano solo la Giubiana, la quale assume anche diversi nomi in base alle pronunce dialettali (Giobia, Giubiana, Gibiana…)

Incerta è l’origine del nome per la mancanza di fonti scritte.

Alcuni sostengono che derivi dal culto alla divinità di Giunone (da qui il nome Joviana), altri lo ricollegano a Giove (infatti si festeggia il Giovedì).

Il nome deriverebbe dal dio latino “Jupiter-Jovis”, da cui l’aggettivo Giovia e quindi Giobia per indicare le feste contadine di inizio anno per propiziare le forze della natura che, secondo la credenza popolare, condizionano l’andamento dei raccolti.

Al di là di credenze e tradizioni, un punto fisso resta il falò e poi ricette tipiche.

Veediamone alcune insieme!

1- La Gibiana della Famiglia di Marco D’Oggiono Prosciutti

La storica famiglia produttrice di salumi artigianali di Oggiono, nella provincia di Lecco, ha da sempre vissuto questa festa come un momento importante per trasmettere alle giovani generazioni gli usi i costumi e le tradizioni popolari del territorio.

Negli anni passati abbiamo avuto il piacere di partecipare, di vivere in presenza questo evento così sentito e così profondo, oltreche goloso sul finale!

Ngli ultimi anni purtroppo non è stato possibile organizzarla, una valida alternativa è stata fatto lo scorso gennaio con una “Gibiana delivery” organizzata in maniera ottimale, ma di certo senza i consueti calore e convivialità.

Quest’anno la proposta è una vendita on line dei loro salumi sul loro e-shop e il regalo di una ricetta di Denis Ambuoso, chef resident Hotel Griso di Lecco, con ingrediente il carpaccio celtico.

Si tratta di un loro prodotto di punta, il Carpaccio Celtico® di Chianina di vitellone, fatto partendo da carne fresca di razza chianina certificata  una fra le più antiche ed importanti razze bovine d’Italia.

Un prodotto da veri gourmet, dolce e vellutato, con una finezza di fibra ed una marezzatura sottile che lasciano in bocca una evidente scioglievolezza. La concia e l’affumicatura  e le erbe di bosco rendono il sapore inrigante.

Ottimo in purezza, ma per apprezzarne a pieno tutti gli aromi i produttori consigliano di aggiungere un filo di olio di oliva, e di provarlo anche sotto forma di tartare.

Ecco la ricetta del Risotto al carpaccio celtico e carciofi.

Ingredienti (Dosi per 4 persone):
  • 240 gr riso carnaroli
  • 130 gr capra incenerita Carozzi
  • 16 fette carpaccio celtico
  • 1lt di buon brodo di carne
  • 1 scalogno
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 120 gr di burro
  • 80 gr di parmigiano reggiano
  • 2 carciofi
  • 10 gr olio evo
  • sale e pepe QB
Procedimento: 
  • Tostare il riso in 20 gr burro, 1 cucchiaio di olio evo e scalogno; quando è ben tostato, sfumarlo con il vino bianco ed aggiungere il brodo poco a poco fino a portarlo quasi a cottura 13 minuti circa.
  • Nel frattempo pulire i carciofi, tagliarli in quarti e friggerli nell’ olio evo rimasto, finché si sfoglino e diventino bei croccanti.
  • A questo punto aggiungerne uno al risotto e procedere subito a mantecarlo con il formaggio di capra incenerita, il burro rimasto ed il parmigiano.
  • Impiattare: coprire il fondo di ogni piatto con quattro fette di carpaccio celtico ed adagiarvi sopra delicatamente il risotto. Guarnirlo con un quarto di carciofo croccante ed una chips di pane.

2- Il delivery de La Trafila

Il ristorante La Trafila di Montesolaro nella provincia di Como organizza il delivery con il tradizionale risotto alla Luganega.
Una proposta che prevede, per almeno due persone, il risotto e i tortelli di carnevale a 15 euro a persona con consegna a domicilio.
Gli ordini si fanno direttamente sul sito.

E voi? Avete tradizioni da raccontare su questo ultimo giovedi di gennaio?