Il Piemonte aderisce alla petizione, lanciata su change.org da Torino-Piemonte World food capital, per trasformare la regione in una “valle del cibo”.
Un elenco di 10 motivi per sostenere l’iniziativa.
Il settore economico genera, ogni anno, 8 miliardi di euro. Sono attive 50.600 aziende agricole che coltivano 900mila ettari, di cui 49mila a biologico. Quasi 4.390 imprese, pari al 7 per cento del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti,per un totale di 242.000 addetti. Per questo l’idea di trasformare la regione in una Food-Valley.
Con queste parole, ottimo racconto dello spirito del Piemonte, viene lanciato l’appello:
“Ci sono stati momenti migliori, ma noi Piemontesi sappiamo essere ambiziosi.
Abbiamo unito l’Italia e siamo stati la Capitale dell’industria dell’auto. Abbiamo creato innovazione in ogni settore e siamo stati i primi a credere nell’importanza del cibo come motore di sviluppo, di tutela del territorio, delle tradizioni, della salute.
Da secoli il cibo è il motore del Piemonte: vini, carni, formaggi, dolci, prodotti agricoli tradizionali e grande gastronomia. Ma non solo. Abbiamo fondato le più importanti aziende alimentari del Paese, inventato Slow Food e i nostri vigneti sono stati i primi a essere riconosciuti patrimonio dell’umanità e le nostre università si sono specializzate sul food”
“Rimbocchiamoci le maniche, trasformiamo una situazione di difficoltà in una grande occasione di rilancio per la nostra terra e utilizziamo il nostro primato per riconvertire il Piemonte in una vera e propria Food Valley.
Chiediamo al Presidente della Regione Piemonte (Alberto Cirio) ai Sindaci delle città capoluogo di provincia e Presidenti delle province piemontesi , al Ministro dell’Economia e Finanze di inserire Torino-Piemonte World Food Capital tra le priorità delle prossime azioni e che una quota dei fondi europei riservati al Piemonte venga destinata a finanziare questo progetto.”
La Regione ha individuato una lista di dieci motivi per sostenere l’iniziativa.
1) Langhe Roero e Monferrato patrimoni dell’Unesco:
I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, sono sei aree di eccellenza, che si estendono per 10.789 ettari lungo dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e castelli medievali. All’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale.
2) 58 vini dop e 25 prodotti alimentari dop, igp e stg
Il Piemonte conta 25 prodotti a marchio controllato, di cui 14 dop, 9 igp e 2 stg, e 58 vini dop ai quali si è aggiunto, nel 2019, il Nizza dop. L’impatto economico di questi prodotti è di grande rilievo per l’intera regione.
3) I mercati alimentari di Torino
I mercati dei contadini e quelli di alimenti freschi sono presenti in ogni provincia del Piemonte. In particolare, a Torino sono 42 quelli organizzati quotidianamente. Di questi, 38 ospitano i banchi di vendita diretta di agricoltori e allevatori.
4) Enoteche regionali e botteghe del vino
Il Piemonte, con la legge regionale n. 37 del 1980, ha istituito 14 enoteche regionali e 34 tra botteghe del vino e cantine comunali, ospitate presso castelli e dimore storiche nei principali territori viticoli piemontesi.
5) Il riso di Vercelli
Nel vercellese vengono coltivate più di cento varietà di riso, tra cui il Baraggia Biellese e Vercellese, l’unica Dop italiana dal 2007. Presente nella zona di Vercelli a partire dal Rinascimento, la coltivazione ha contribuito alla bonifica del territorio.
6) Aziende agrituristiche
In Piemonte sono presenti 1.316 aziende agrituristiche autorizzate, di cui due terzi localizzate in zone collinari, poco meno di un quinto in montagna e la restante parte in pianura. Oltre la metà si occupano anche di somministrazione di alimenti e ristorazione. Cuneo è la provincia che conta il maggior numero di agriturismo coprendo circa un terzo del totale.
7) 25 ecomusei e 6 musei dedicati al cibo
Il territorio piemontese presenta una ricca rete di musei, che contribuisce alla valorizzazione e diffusione della conoscenza legata alla cultura del cibo. Tra questi, sono 6 i musei tematici e 25 gli ecomusei.
8) Quasi mille sagre e fiere agroalimentari nazionali e internazionali
Degna di nota sul suolo piemontese è anche la rete di sagre e fiere agroalimentari promosse dalla Regione. Sono un’importante vetrina di promozione del territorio e delle sue risorse: prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura.
9) 36 presidi Slow food in Piemonte
Sono 36 i presidi Slow Food, ovvero tutti quei prodotti, lavorazioni tradizionali, razze autoctone che rischiano di scomparire in Piemonte. Attorno ai sapori che rischiano di estinguersi, quindi, Slow Food ha creato una comunità di contadini, artigiani, pastori, pescatori, ristoratori, che si prendono cura delle tradizioni alimentari del proprio territorio, preservando la biodiversità, tramandando tecniche di produzione e mestieri in via di estinzione.
10) Istruzione e formazione: dalle scuole superiori a università e master
Gli studenti piemontesi che intendono dedicarsi al settore alimentare hanno una vastissima possibilità di scelta: nella regione si contano, infatti, 55 istituti professionali e alberghieri, dedicati ad agricoltura ed enogastronomia, e un Liceo Linguistico con curvatura artistica ed enogastronomica, nato dalla collaborazione tra il liceo Madre Mazzarello, Fondazione Torino musei e Slow food. Quindi, se volete aderire e sostenere questa petizione, potete firmarla on line sul sito change.org.
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