Corso per pizzaioli in carcere a Latina

Una nuova  Storia di Cibo Dietro le sbarre.

Questa volta il carcere è quello di Latina, e l’occasione è il corso da pizzaiolo offerta ai reclusi della casa circondariale del centro Italia.

Fanno la pizza sotto la guida di un pizzaiolo professionista che si è messo a disposizione volontariamente e gratuitamente, poi la servono a tutti i loro compagni, circa 130 persone in un’occasione di convivialità diversa dal solito.

Sono i detenuti della casa circondariale di Latina che hanno chiesto di partecipare al progetto del cappellano, don Nicola Cupaiolo. Così il salesiano, che trascorre molto del suo tempo in Via Aspromonte credendo fermamente nelle occasioni di riscatto, vuole fornire un’arma benefica a chi sta scontando la sua pena, per avere l’opportunità di fare altro, una volta terminato il periodo di detenzione.

Questo non è il primo anno, ma questa volta una svolta diversa: una somma messa a disposizione dal vescovo Mariano Crociata, consente di aprire il corso proprio a tutti i detenuti che vorranno partecipare. E c’è la fila.

Ecco le parole di Don Nicola:

“Grazie alla disponibilità di un pizzaiolo di Latina Scalo, siamo riusciti ad avviare questo corso base che prevede circa cinque incontri cui partecipano a gruppi di cinque o sei detenuti alla volta anche per ragioni di sicurezza e di disponibilità di attrezzature poi, il giorno del corso c’è anche una prova pratica davvero impegnativa: viene offerta la pizza a tutti i detenuti e parliamo di circa 130 persone”

C’è un mondo che si muove dietro a questi corsi: il pizzaiolo, i volontari, il personale della polizia penitenziaria, diretto da  Nadia Fontana, che ha dato il suo consenso a tutto questo e ha messo a disposizione le attrezzature e la cucina del carcere.

E ci sono anche generosi e inattesi donatori di materie prime, come ricorda il salesiano:

“Ci servono materie prime, farina, pomodoro, formaggi, olio, lievito. E mi ha sorpreso e colpito veder arrivare in parrocchia (a San Marco) alcuni ex carcerati che vogliono aiutare chi si trova oggi nella situazione in cui si sono trovati prima anche loro. Sono gesti che ti fanno tirare un sospiro di sollievo”.

E non sono piccole donazioni, ma decine di chili di alimenti.

Quello per pizzaioli non è il solo corso che si tiene nel carcere di Latina, ma ora, il sogno del sacerdote, è trovare maestri di musica:

“Mi piacerebbe avere la disponibilità di musicisti per poter insegnare ai detenuti a suonare uno strumento. La musica è sempre bella e rilassa. Quindi può essere terapeutica”

Per ora la terapia è con le “mani in pasta”!

E per le nostre Storie di Cibo Dietro le sbarre questo basta!