Un detto dice “Fare o non fare, non esiste tentare“… non la pensa così Fabio Molinari che al suo ristorante ha dato proprio il nome “tentare“….
Sì, è vero, l’ha abbellito con un vestito esotico e il risultato è stato un accattivante Tamata (tentare in polinesiano)!
Esotico e anche molto realista, perchè lui, lo chef patron Fabio Molinari, ha “tentato” la strada del cuoco iniziando dalla posizione più umile, il “tagliazucchine”!
In vista della partecipazione alla manifestazione Chef Awards 2018, lo abbiamo intervistato:
1- La tua storia: da dove è iniziata la passione per la cucina, studi, esperienze lavorative.
RISPOSTA: Tutto ha inizio quando la passione per il mangiare mi spinge a lasciare un impiego come programmatore e mi fa entrare nelle prime cucine Romane partendo dalla posizione più umile, il “tagliazucchine”. Prima della prima grande esperienza apro il Tamata, piccolo ristorante all’isola d’Elba, dove comincio a conoscere i prodotti del mare. Un incontro casuale con un cliente mi mette in contatto con uno chef stellato italiano, che dopo un breve stage presso la sua struttura, mi mette a sua volta in contatto con la famiglia Adrià. E qui ha avuto inizio il tutto!
2- La più grande lezione di cucina da chi l’hai avuta?
RISPOSTA: Albert Adrià e tutto il suo staff mi hanno insegnato un nuovo modo di pensare alla materia prima, dalla sua selezione alla sua massima valorizzazione. Spesso importanti lezioni le ho ricevute anche dalle zie e dalle nonne che con 2 ingredienti ed un fornello cucinano meglio di noi con rooner e pacojet.
3- Gli aggettivi/termini che meglio descrivono il tuo modo di fare cucina.
RISPOSTA: Materia prima, passione, rispetto, sapore, ospitalità.
4- Cosa cerchi da chi lavora con te (collaboratori, cuochi, sous chef)?
RISPOSTA: Passione e rispetto per le materie prime, una grande precisione nel replicare, e il desiderio di crescere ogni giorno.
5- In qualità di Best Chef Over 30 premiato agli Chef Awards 2017 ti vedremo a breve di nuovo protagonista. Cosa ti aspetti e come vivi questa importante opportunità?
RISPOSTA: Spero sia un’occasione per confrontarsi, conoscere e crescere .
6- Perchè dovresti essere tu a vincere nuovamente l’Awards di Chef Awards 2018?
RISPOSTA: Non saprei. sinceramente a me basta esserci e portare la mia cucina, per un giorno, al grande pubblico!
7- Quanto conta la sala in un ristorante (in percentuale rispetto alla cucina)e perchè?
RISPOSTA: Tanto quanto la cucina. chi è in sala rappresenta il volto dello chef e della cucina. Hanno un’importanza fondamentale perchè predispongono l’umore dei nostri clienti, e di conseguenza il loro giudizio e la loro percezione dei piatti e dell’esperienza.
8- Nella storia della cucina chi ritieni sia stato il più grande Maestro in assoluto (a livello mondiale)?
RISPOSTA: Ducasse, Marchesi, Bottura, Adrià. I nomi sono tanti come i generi e le epoche. Questi a mio avviso sono quelli che emozionano.
9- Se tu fossi un tuo piatto quale saresti?
RISPOSTA: Un piatto con tutti i sapori della tradizione, ma con le forme e le consistenze a insolite.
10- Cioè?
RISPOSTA: Un piatto sorpresa!
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